I DPI, o Dispositivi di Protezione Individuale, sono fondamentali per la sicurezza di chi opera in agricoltura, soprattutto per prevenire gli effetti negativi della scorretta esposizione agli agrofarmaci
Con sicurezza sul lavoro si intende l’insieme delle misure preventive da adottare per rendere salubri e sicuri i luoghi di lavoro, in modo da evitare o ridurre al minimo possibile l’esposizione dei lavoratori ai rischi connessi l’attività lavorativa, riducendo o eliminando di fatto il rischio infortuni/incidenti e il rischio di contrarre una malattia professionale.
Ovviamente i rischi in questione possono variare molto come gravità in base al tipo di lavoro e quello agricolo, per sua stessa natura, ne è particolarmente “ricco”. I professionisti della campagna si espongono quotidianamente a rischi da movimentazione manuale dei carichi, connessi all’uso delle attrezzature di lavoro, da esposizione ad agenti fisici, sostanze pericolose e atmosfere esplosive, solo per citarne alcuni.
In questo articolo focalizziamo l’attenzione sui rischi legati all’utilizzo di prodotti fitosanitari, non prima di qualche riferimento normativo. La salute e la sicurezza sul lavoro sono regolamentate dal Testo unico sulla sicurezza sul lavoro (d.lgs 9 aprile 2008 n. 81, entrato in vigore il 15/5/2008), e dalle relative disposizioni correttive, ovvero dal d. lgs. 106/2009. Questo decreto recepisce in Italia le Direttive Europee (3/8/2007, n. 123) in materia di tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori, coordinandole in un unico testo normativo, che prevede specifiche sanzioni a carico degli inadempienti. All’interno di questa normativa rientrano anche i cosiddetti DPI, sigla che sta per Dispositivo di Protezione Individuale, categoria che raggruppa qualsiasi attrezzatura indossata dall’operatore per proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo (Fonte: d.lgs. 81/2008 – Articolo 74: “Definizioni”, Comma 1).
I principali DPI per la protezione dall’esposizione agli agrofarmaci sono:
- tute, guanti, stivali (indumenti per la protezione cutanea del corpo, degli arti superiori e inferiori),
- casco, maschere, filtri, occhiali (protezione delle vie respiratorie, del capo e degli occhi).
Sul mercato si trovano prodotti di tutti i tipi e a prezzi anche molto differenti, ma è importante sapere che i DPI idonei alla protezione da agenti chimici come gli agrofarmaci sono quelli di 3a categoria, marchiati CE. Per utilizzarli, oltre all’informazione e alla formazione dell’utilizzatore, è obbligatorio anche l’addestramento all’uso.
Inutile aggiungere che andrebbero sempre indossati e che al termine del loro utilizzo devono essere accuratamente lavati (se non usa e getta) e riposti in luogo sicuro. L’igiene personale è altrettanto importante: lavarsi bene con acqua e sapone al termine dell’utilizzo degli agrofarmaci è fondamentale per la salute.
Le protezioni individuali rappresentano quindi la soluzione principale per contrastare gli effetti tossici acuti e cronici legati allo scorretto utilizzo dei prodotti fitosanitari.
Per maggiore chiarezza evidenziamo di seguito la differenza tra i due effetti:
Gli effetti tossici acuti compaiono generalmente a breve distanza dall’esposizione a dosi singole o ripetute in un breve lasso temporale (24 ore) e sono solitamente conseguenti ad incidenti (versamenti, contatto cutaneo accidentale, ecc.) o ad assorbimento cutaneo, soprattutto durante la manipolazione degli agrofarmaci a più elevata tossicità. In questo caso i quadri patologici più frequenti sono rappresentati da sindromi tossiche sistemiche (vertigini, cefalea, nausea, vomito, diarrea, crampi muscolari, astenia, sudorazione, salivazione, disturbi visivi, tosse, ecc.) e secondariamente da manifestazioni cutanee di carattere sia irritativo che allergico.
Gli effetti tossici cronici si manifestano in seguito a un’esposizione ripetuta nel tempo a piccole dosi di agrofarmaci e si configurano con danni a carico del sistema emolinfopoietico (sistema che porta alla formazione degli elementi solidi del sangue), dell’apparato respiratorio, genito-urinario, gastroenterico, tegumentario ed endocrino. Gli eff etti a lungo termine, inoltre, sono principalmente teratogeni (malformazioni a carico del feto) e cancerogeni, nonché a carico del sistema immunitario e dell’apparato riproduttivo. Altre condizioni patologiche correlabili all’impiego di agrofarmaci sono l’asma, alcune malattie neurologiche, e l’infertilità (Fonte: Onofrio Resta, Università di Bari, 2011).